Le Journal des Laboratoires, 2008

I AM 1984 é la prima parte di una trilogia dal titolo:
Teoria di una performance a venire o il solo modo di evitare il massacro è diventarne gli autori?

Auto-intervista
– Il testo qui riprodotto é la base da cui é stata creata la performance I AM 1984.
 – G.C & B.M sono al tempo stesso sigle, slogans e atti.

G.C : Buonasera. In effetti, avevo previsto di cominciare con un’altra domanda, ma discutendo con te sulla funzione del titolo… (non esce più audio dalle casse d’amplificazione, G.C batte più volte con un dito sul microfono ) ah voilà… (il suono ritorna) dicevo: Buonasera. In effetti, avevo previsto di cominciare con un’altra domanda, ma discutendo con te sulla funzione del titolo – e so quanto è importante nel tuo lavoro – mi piacerebbe che tu ci spiegassi l’origine di questa trilogia: “Teoria di una performance a venire o il solo modo di evitare il massacro è diventarne gli autori?”
B.M : Buonasera. Ci provo.
G.C : Possiamo già dire che é una citazione, giusto?
B.M : Sì. In parte è una ripresa del primo manifesto del gruppo Gütai in Giappone, parliamo degli anni ’50.
G.C : Vuoi dire che una certa idea di massacro é passata per le mani di alcuni artisti? A riprova di quello che Laurie Anderson diceva negli anni ’80 «Gli ultimi autentici artisti sono i terroristi».
B.M : (si guarda le scarpe qualche secondo prima di rispondere) Mmm… eh, certo é andata anche oltre se vuoi, visto che la stessa Laurie Anderson si é comprata As Shahab, la casa di produzione-video di Al-Qaida. Se ci pensi, Stockhausen e Damien Hirst si sono pronunciati in questi termini davanti al crollo delle Twins Towers a New York, ma la mia storia ha un altro punto di partenza. Sono partita dagli scritti di Éric Harris, lo studente della Columbine High School che assieme a Dylan Klebold é stato l’autore di un massacro in un liceo americano con 15 morti e decine di feriti il 20 aprile del 1999. In questi scritti, a cui sono stati assegnati dei buoni voti: 69/75,  scrive frasi tipo (legge dallo schermo del suo Apple PowerBooK G4, bianco)  « Gli studenti non possono più studiare al liceo, se sanno che qualcuno porta con sé delle armi!» o ancora « Io sono un’arma, una  Wildey 45 semi-automatica ». In un altro scritto, Dylan Klebold descrive compiacendosi del massacro che poi avrà luogo, specificando la traiettoria dei proiettili che sfonderanno il cranio, come un vero esperto di balistica. (mostra delle foto su uno schermo gigante)

A questo punto il suo professore, un pò turbato ha detto: « Mi piacerebbe parlarti prima di darti un giudizio, sei un eccellente affabulatore, ma qui c’é un problema ». (Lunga pausa) Non era solo un affabulatore!
G.C :  Vuoi dire che quello che racconti in I AM 1984 é il resoconto di un massacro?
B.M : Non esattamente. Parlavamo prima del gruppo Gütai. Recentemente a Tokyo un ragazzo di 25 anni ha seminato il panico. L’aggressore ha lanciato un camion sulla folla, poi ne é uscito illeso e ha cominciato a colpire i passanti a caso, accoltellando 17 persone al grido “sono venuto per uccidere” (risate di uno spettatore).  In Breaking through many paper screens, opera degli anni ’50 che è stata rifatta qualche tempo fa al Centro Pompidou, ho visto l’artista giapponese Saburo Murakami attraversare di corsa una serie di 17 grandi fogli tesi di carta a distanza di un metro l’uno dall’altro. Ragiono in termini di citazione.
G.C : La città come « galleria d’arte», e in questo caso il massacro come Belle Arti; la visione di André Breton del più semplice atto surrealista, che consisterebbe, pistola alla mano, nello scendere in strada e sparare a caso sulla folla finché si può…
B.M : Non bisogna dimenticarsi che Éric Harris ha avuto un buon voto per quello scritto: 69/75. Seguendo questa logica si potrebbe dare un prezzo a questo atto come a quello dell’11 settembre 2001 per esempio. Potremmo chiamarlo 11/9 S.p.A. e vedere come si evolve il suo valore sul mercato dell’arte. Sono sicura che con la crisi finanziaria di questo momento, sarebbe il solo a non perdere punti. Questo accade già in qualche modo, non dico niente di nuovo.
G.C : Penso al miliardario russo Roman Abramovitch, di cui sono noti gli affari poco chiari, che finanzia il Garage, un centro d’arte immenso appena aperto a Mosca, e che ne ha affidato la gestione alla sua compagna.
B.M : Non è un caso che citi Abramovitch, perchè è anche il proprietario di una squadra di calcio inglese, il Chelsea, che è stata la prima società sportiva a essere quotata in Borsa. Ma tu che sei italiano, dovresti saperne qualcosa…
G.C : Ti racconto un aneddoto che sintetizza quello che stai dicendo. Recentemente il nostro primo ministro, Silvio Berlusconi, che è anche proprietario del Milan, ha telefonato in diretta in un programma di tele-vendite dicendo: « Buongiorno sono Silvio Berlusconi e mi piacerebbe comprare il vostro kit di coltelli ».
B.M : (risata).
G.C : Che cosa voleva fare con quei coltelli?
B.M : Non lo so, forse voleva prendere in ostaggio il Parlamento Italiano!
G.C : (risata).
B.M : É la stessa logica di quel giornalista di cronaca nera macedone dell’Utrinski vesnik che nei suoi articoli aveva descritto minuziosamente tre omicidi e alla fine si scopre che è lui l’autore, perchè nei suoi pezzi si diceva più di quanto ne sapesse la polizia. In più per ironia della sorte, in un primo tempo, aveva anche seguito il processo dei falsi accusati ritenuti responsabili degli omicidi.
G.C : Non vedo la relazione…ma comunque torniamo a quello  che dicevi sulla citazione.
B.M : Voglio dire con questo che quando per esempio Jean Tinguely fa  Omaggio a New York  nel 1963 nel giardino del Moma (mostra sul grande schermo la foto di un giardino, si alza, passeggia a destra e a sinistra dello schermo guardandosi le scarpe)

e prevede un’opera che si autodistrugge in 23 minuti, per me c’è la citazione dei 23 minuti che impiegano le Twins Towers a implodere davanti al mondo intero. I terroristi dell’11 settembre citano Jean Tinguely ? O fanno la « critica dell’architettura» cara a Guy Débord e Gil Wolman ?  Chissà forse fra cento anni entreranno a far parte di una certa storia dell’arte ! (si ferma, alza lo sguardo, sembra fissare qualcosa. Breve pausa).
G.C : Ma loro non hanno reclamato questo gesto come una citazione?!
B.M : (ritorna al suo posto) Ma siamo noi che lo faremo per loro. Ma lo facciamo già, l’abbiamo già fatto. Bob Acraman nell’Inghilterra degli anni ‘80 proponeva per la somma di 72 dollari delle vacanze soggiorno in un campo-prigionieri nazista ricostituito, sorvegliato da uomini armati in uniforme fornendo con un supplemento di 25 dollari un interrogatorio psicologico parecchio spinto. Questa non è una Situazione?
G.C : Allora potremmo pensare che Walt Disney e i suoi parchi tematici citano la teoria sulle derive dei Situazionisti, a proposito dei passaggi repentini da un ambiente all’altro e l’affermazione di un certo comportamento ludico. Ma questo accostamento è completamente falso! (fa un grande gesto come se tenesse una grossa sfera sopra le spalle, resta così per un momento, poi la sfera gli cade addosso).
B.M : Se pensi agli anni ’50, certamente sì. Ma i parchi tematici di Walt Disney ora si sono allargati al concetto di città, di urbanismo. Oggi la città è un immenso scenario. Débord l’aveva detto « Un giorno, costruiremo delle città per derivare ». Oggi esiste Google-map, all’epoca lui parlava di utilizzare foto di prospettive aeree. Ieri per il suo « Gioco di Guerra » costruiva con Alice Becker-Ho una città in cartone in scala 1: 1.000.000. Oggi il terreno di gioco è la città e il gioco si chiama PacManhattan. Non ci sono più pedine di cartone da spostare su griglie immaginarie, perché oggi siamo noi che ci spostiamo fisicamente sullo scacchiere della città per compiere le missioni, grazie al GPS…e al preludio della Traviata di Verdi. ( da lontano si sente questa musica)

G.C : Concetto strampalato! (la musica diventa sempre più forte, persino troppo forte) .
B.M : (gridando) Non è un concetto, è una allegoria. L’allegoria è già di per sé un concetto, ma ha in più la vitamina C! (la musica si arresta).
G.C : Ma allora in questo nuovo gioco, in questo gioco su scala 1 : 1, chi si diverte ?
B.M: Tu vuoi dire chi ascolta il preludio di Verdi !? La persona che incarna Pac-Man, nel suo casco, perso tra le strade di una città sconosciuta o l’altro che comodamente seduto in uno studio hi-tech, gli fornisce le indicazioni giuste, per orientarsi nel labirinto della città, attraverso un monitor, mentre ascolta Verdi in sound-surround? O forse una terza persona che guarda il tutto da lontano, in modo compiaciuto, e chissà magari là ,dove si trova, la musica non è più la stessa.
G.C : (si versa dell’acqua in un bicchiere).
B.M : ( tossisce a più riprese) Scusatemi…
G.C : (le offre il suo bicchiere d’acqua)
B.M : ( lo beve) Grazie.
G.C : Dove eravamo?
B.M : (gesticola per dire che lei non sa molto altro, che vorrebbe lasciare la sala, andare fuori a fare shopping, a comprarsi del rimmel).
G.C : Ah sì, la città.
B.M : Los Angeles.
G.C : É l’inizio della prima parte della trilogia?
B.M : Berlino e New York, sono le altre due parti.
G.C : Perchè le città?
B.M : Per quello di cui parlavamo prima, per l’idea di Totalità che veicolano. Dei paradigmi di luce e colpevolezza, come dire…capisci cosa voglio dire?
G.C : No, ma…  I AM 1984 come è nato?
B.M : É nato con l’acquisto di questo computer (gli mostra il suo Apple PowerBooK G4, bianco, comprato negli Stati-Uniti insieme a Nella, una sua amica). Tutto è cominciato nel negozio dove l’ho comprato. Con mia grande sorpresa, mi sono trovata davanti ai nuovi manifesti della campagna pubblicitaria Think Different, tra i quali c’era  un’immagine di Martha Graham, pioniera della danza moderna, in gonna lunga e in equilibrio su una gamba e all’angolo superiore destro del manifesto una mela con i colori dell’arcobaleno come se facesse da contrappeso al disequilibrio della danzatrice. Si può dire che la performance è il resoconto di questo disequilibrio.
(mostra una foto sul grande schermo)

G.C : Bisogna ricordare ai nostri spettatori che tu vieni dalla danza, che hai cominciato dalla danza.
B.M : Dalla televisione!
G.C : Come scusa?
B.M : Ho cominciato la danza partendo dalla televisione. Sì…Ogni Natale, sul primo canale nazionale passava il film  Scarpette Rosse  di Michael Powell e Emeric Pressburger. Non so se conosci la storia.
G.C : É tratto da un racconto di Andersen.
B.M : Sì, si tratta di una ragazza che si compra un paio di scarpette rosse, con le quali ci passa tutta la sera danzando, ma quando decide di fermarsi perché è stanca, si rende conto che le scarpette sono stregate, e che non può più togliersele. L’unica cosa che può fare è continuare a danzare e morire tragicamente di sfinimento.
G.C : Che scarpe hai stasera?  Non vorremmo perderti…
B.M : (entrambi guardano le scarpe di B.M.) Degli stivali neri.
G.C : « Si viene a teatro per vedere gli attori morire » non è vero? ( le fa un occhiolino)
B.M : Non capisco bene questa frase, o allora stai citando Agatha Christie? In questo caso la trovo interessante.
G.C : Qual’è il tuo rapporto con la danza oggi?
B.M : « Artista offresi come accompagnatrice per spettacoli di danza contemporanea ».
G.C : (risata) Ci sono delle risposte?
B.M : Ah sì, varie persone di professioni diverse mi hanno contattato (una porta si apre e una moltitudine di persone invade la sala e il palco, nascondendo G.C e B.M alla vista del pubblico) degli appassionati di danza, o persone semplicemente curiose. Gli ho proposto di andare a bere qualche bicchiere dopo gli spettacoli per discutere, scambiarsi delle opinioni. Ci sono stati dei begli incontri. Come questo ex insegnante di piano (un signore alza la mano) che lavora come guardiano di notte al Ministero della Cultura e che è appassionato di danza e soprattutto di Merce Cunningham, e che mi parlava delle notti interminabili che passava sorvegliando i corridoi vuoti e gli ingressi del ministero attraverso i monitor.  Allora mi è venuta l’idea di danzare un estratto della pièce  Beachbirds for camera  di Cunningham davanti alla camera di sorveglianza all’entrata del ministero. Abbiamo preso un appuntamento la notte stessa e ne è stato piuttosto contento. Si può vedere su You-tube cercando Beachbirds sorvegliato.
( Il palco  si svuota. B.M e G.C sono di nuovo visibili, ma qualche cosa d’indefinito è cambiato nella loro presenza. Hanno un aspetto più giovane e insieme più stanco.)
G.C : Spiacenti, ma il tempo a nostra disposizione, è terminato. Due ultime domande, la prima è: le tue letture preferite?
B.M  : Gli schedari amministrativi e gli annunci di lavoro, amo il loro pathos. Per esempio l’altro giorno, per la seconda giornata Europea di lotta contro la tratta di esseri umani, la fondazione Scelles ha organizzato un raduno simbolico in Piazza di Spagna. Ecco il loro annuncio: (lo legge dal suo computer) : « Cerchiamo 50 figuranti per una messa in scena in una vetrina per rappresentare l’incatenamento fisico e morale delle vittime. Circolerà una petizione allo scopo di lanciare una mobilizzazione. Oltre a fare un’esperienza teatrale professionale, i figuranti parteciperanno alla causa contribuendo a una missione di solidarietà internazionale per un pomeriggio ».
G.C: Chi sono i tuoi maestri?
B.M : Charlie Chaplin e le teorie sulla probabilità.
G.C : Hai delle domande da fare al pubblico?
B.M : No.
G.C : Molte grazie B.M
B.M : Grazie a te.

Escono. Buio. Lunga pausa. A un certo punto il computer lasciato sul tavolo va in modalità screen-saver. Appaiono e scompaiono flussi d’informazioni:
… Notti bianche: decesso di una persona nella metro… Palin : Obama compagno dei terroristi … Il fallimento di Lehman precipitato da JP Morgan …Ecstasy per guarire i traumi di guerra… La diminuzione delle api produce i primi effetti economici … L’Uomo a reazione tenterà di attraversare la Manica… aggiornato alle h 19.18…